Durezza dell’acqua e calcare

Possibili problematiche e come affrontarle

 

La durezza dell’acqua sanitaria esprime il contenuto di ioni di calcio e magnesio, sali che sono disciolti nell’acqua stessa.

Essa viene espressa solitamente in gradi Francesi (°f) che corrisponde a 10 mg di carbonato di calcio per litro di acqua.

In genere, le acque vengono classificate in base alla loro durezza come:

  • molto dolci 🠖 fino a 4 °f
  • dolci 🠖 da 4 °f a 8 °f
  • medio-dure 🠖 da 8 °f a 12 °f
  • discretamente dure 🠖 da 12 °f a 18 °f 
  • dure 🠖 da 18 °f a 30 °f  
  • molto dure 🠖 oltre 30 °f 

A temperature elevate si può manifestare una problematica particolarmente delicata ovvero la formazione di calcare.

Infatti i sali di carbonato tendono a depositarsi sulle tubazioni dell’impianto e all’interno degli scambiatori di calore e ciò comporta varie problematiche:

  • riduzione delle prestazioni
  • aumento del consumo di combustibile nel tempo
  • possibile rottura di parti della caldaia

Per questo motivo in caso di acqua con durezza superiore ai 15°f la legge (DPR 59 2009 – UNI 8065 - D.M. 26/05/2015) richiede:

  • un trattamento di condizionamento chimico per impianti con una potenza al focolare fino a 100 Kw 
  • l’addolcimento mediante resine per impianti con potenza al focolare tra 100 e 350 kW

Tali trattamenti sono dunque essenziali in quanto, oltre ad essere previsti dalla legge, permettono di prevenire la formazione di calcare andando a preservare le prestazioni e prolungano la vita della caldaia.

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